MOVIMENTI DEL RISVEGLIO
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NEOPENTECOSTALISMO ED ESPERIENZA DELLO SPIRITO

Il secolo XX è caratterizzato da una vera esplosione nel mondo, trasversale a tutte le Chiese della Riforma, del neopentecostalismo, che si organizza in comunità autonome di tipo congregazionista, portando all’esasperazione il principio democratico di Calvino e l’affermazione luterana della lettura soggettiva della Scrittura. Questo movimento parte dal chiedersi come mai sia venuta meno nel III secolo dell’era cristiana l’esperienza dello Spirito. Secondo queste comunità ciò avvenne per lo spostamento dal mondo giudaico a quello greco-romano, il quale comportò un adattamento filosofico, la nascita di un clero specializzato, il prevalere del formalismo e dell’organico sulla spontaneità della fede. La situazione si aggravò in seguito per lo gnosticismo e per il montanismo, quest’ultimo con eccessi ed abusi.

Vediamo come rinasce il pentecostalismo nella Chiesa, i cardini della spiritualità, un confronto fra evangelisti e cattolici ed infine una valutazione.
  • Rinascita del pentecostalismo
    Le radici storiche possono essere trovate in alcuni movimenti spirituali ed evangelici della Riforma e nei movimenti del risveglio dei secoli XVII e XVIII. L’accento posto sull’aspetto soggettivo della fede ha portato a considerare la conoscenza di Gesù come autenticità della fede stessa.
    Il movimento neo-pentecostale si sviluppa all’inizio del secolo XIX nell’America del Nord, da parte di piccoli gruppi di Chiese protestanti, con diversità di indirizzo. Si vuole prescindere da una Chiesa istituzionale e si insiste su alcuni punti: la conversione personale considerata esperienza decisiva di salvezza; l’esperienza dello Spirito, con forme emotive libere, seguita da prodigi a conferma dell’autenticità; lo studio della Bibbia con una lettura semplice e fondamentalista. Questi gruppi assunsero vari nomi: Discepoli di Cristo (Nord), Chiesa cristiana (Sud). Si sviluppò poi il “Movimento di santità”, che si separò dai gruppi metodisti.
    L’origine dell’esperienza sembra essere quella avvenuta nel 1900 nel Kansas, in una scuola biblica (Bethal), con nove persone. Qui si cominciò a lodare Dio “in lingue”. L’esperienza si diffuse rapidamente con la disapprovazione delle varie Chiese. Nel 1914 si formarono molte Chiese e si costituirono le “Assemblee di Dio”. Da allora si diffuse l’esperienza nel mondo. Fino al 1956 il fenomeno riguardò i protestanti di formazione evangelica o fondamentalista. Dopo quella data entrò anche nella Chiesa cattolica e nel Consiglio ecumenico delle Chiese.


  • Cardini della spiritualità
    È già per sua natura il neopentecostalismo un movimento spirituale. Note caratteristiche sono l’esperienza personale di Dio in sostituzione dei dogmi e la testimonianza di ciò che uno ha vissuto in sostituzione delle sicurezze istituzionali. C’è in fondo una concezione soggettiva e una insofferenza istituzionale. Cardini della spiritualità sono il battesimo dello Spirito, la glossolalia, la vita nello Spirito.

    • Battesimo dello Spirito.
      Queste Chiese si rifanno al Nuovo Testamento e ai Padri. Ci sono alcuni passi (Gv. 19,30; Gv. 20,21-23; Atti 2,1-47), dove appare chiaramente come lo Spirito è l’anima della Chiesa. Si parla di battesimo in Spirito Santo e fuoco, diverso da quello di Giovanni e, nella esperienza apostolica, lo Spirito manifesta con i suoi doni l’avvenuta conversione (esempio Atti 10). Anche nella Chiesa primitiva c’è una relazione profonda fra battesimo e Spirito (imposizione delle mani e segni manifestativi). Nei Padri il battesimo di Gesù sarebbe venuto progressivamente identificandosi con l’iniziazione cristiana, praticata come quasi unico sacramento, chiamato battesimo. Solo successivamente, con i battesimi di massa, si è persa questa dimensione.
      Per i pentecostali evangelici il battesimo nello Spirito Santo costituisce una nuova opera della grazia. La terminologia è assunta dai fondamentalisti, che hanno una teologia sacramentale. Il battesimo nello Spirito ha così una incidenza nella vita, dato che la fede diviene il nuovo centro dell’esistenza personale. Non è quindi una semplice emozione: crescono i frutti; si prega, lodando Dio; si ha fiducia nella preghiera. Si attua con l’imposizione delle mani. Si noti come questo è un passo audace, per chi nutre sospetti per i sacramenti. Con questo gesto si riceve lo Spirito, che poi porta frutti all’esterno, sia nella comunità sia nel mondo. Molti gruppi sono giunti così ad uscire dalle rispettive Chiese, le quali non riconoscevano validità alle loro esperienze.

    • Glossolalia.
      Una delle manifestazioni tipiche dello Spirito è il parlare in lingue per lodare Dio. La parola si dimostra insufficiente, in quanto non riesce ad esprimere il carattere emozionale dell’esperienza (cfr. Atti 2,1-4). Negli Atti non si tratta di un linguaggio estatico, ma di un segno di autenticità. Esso inoltre esce dall’essere prerogativa delle élites culturali, depositarie della razionalità, per divenire espressione popolare. Si tenga presente che la glossolalia rimane una lode a Dio, una risposta amorosa alle meraviglie di Dio.
      Per alcuni si attua dopo un’ora di attesa, per altri dopo una settimana. Può essere un movimento inconscio, che però rafforza la fede. Gli psicologi nutrono sospetto, parlando di “meccanismi di liberazione” di significati inconsci o preconsci. Non sono però in grado di stabilire il legame soprannaturale. Karl Stern scrive: “C’è sempre un elemento di follia nell’incontro spirituale”. Per i pentecostali la glossolalia diviene verifica dell’azione dello Spirito.

    • Cammino nello Spirito.
      Il battesimo nello Spirito è un inizio, che poi si sviluppa nella vita; non basta osservare le leggi: occorre lasciarsi prendere dallo Spirito, senza paura di perdersi e di donarsi. Già S. Paolo parla dei frutti dello Spirito (Gal. 5,22-26). È la parola che diventa stimolo per una vita nello Spirito. Secondo le “Assemblee di Dio” regola d’oro è la fedeltà alla Scrittura, evitando estremismi ed esclusivismi. La coerenza etica è così applicata non nel senso gerarchico, ma con funzionalità armonica, per testimoniare un principio di uguale dignità tra tutti i membri della Chiesa.


  • Il Rinnovamento nello Spirito nella Chiesa cattolica
    Fra i cattolici il pentecostalismo è divenuto un movimento di spiritualità denominato “Rinnovamento nello Spirito”. È considerato dono ai singoli e alla Chiesa. Il battesimo nello Spirito è ricevuto in ogni celebrazione battesimale in modo completo. Il battesimo infatti impegna il credente a un serio impegno cristiano, all’apertura alla volontà di Dio, alla disponibilità, all’obbedienza. Il punto centrale non è il parlare in lingue, ma un rinnovamento continuo nello Spirito. L’imposizione quindi delle mani e la glossolalia sono mezzi e di conseguenza non essenziali. Si insiste inoltre sul carattere comunitario dell’esperienza. Questi gesti non sarebbero altro che sacramentali, che risvegliano ed attualizzano l’iniziazione battesimale, all’interno di un gruppo. Il movimento pentecostale è così un tutt’uno con i sacramenti e la vita religiosa. Il parlare in lingue rimane un fatto importante, segno della presenza dello Spirito. Quando uno si abbandona corpo e anima all’azione dello Spirito, la potenza e il dinamismo di quest’ultimo penetra ovunque in modo tangibile e visibile. Il significato quindi non va ricercato nelle parole, ma nella fede. La glossolalia perciò dovrebbe essere l’espressione normale del cristiano. Essa implica una emozione per il fatto che si è persone incarnate. Se non c’è, si può ugualmente vivere pienamente la vita cristiana. È essenziale invece vivere nello Spirito, non credendo di essere arrivati per questi fenomeni. Lo Spirito scuote dal torpore del quotidiano e ci ripropone l’iniziazione cristiana ricevuta. Si noti come i frutti sono in vista della missione.
    Compito del Rinnovamento nello Spirito non è quello di diventare “struttura pentecostale” all’interno della Chiesa, ma piuttosto riportare il rinnovamento delle strutture ecclesiastiche nello Spirito della Pentecoste.


  • Nuova dimensione cristiana
    Questo movimento si è così sviluppato nel mondo da assumere il ruolo di terza forza cristiana fra la cattolica e la protestante. Si è sviluppato fra i poveri del Terzo mondo che in esso hanno potuto esprimere la propria soggettività di fede. Si parla di 60 milioni di fedeli. I problemi aperti sono il fondamentalismo nella lettura della Bibbia, un certo esperienzalismo del divino, una certa pratica della “prova di Dio”. Nel movimento si potrebbe anche individuare un certo superamento della civiltà scritta in favore di una liturgia orale, creativa ma anche, in alcuni casi, aberrante.
    Rimane comunque un movimento di spiritualità, che si riferisce all’azione in noi dello Spirito, e che ha bisogno di discernimento. Alcuni ingenui o esaltati non fanno testo. Per il cristiano l’esperienza mistica non è nell’essenza diversa dalla vita normale. Ciò che la distingue è l’intensità e la profondità. Quando la fonte dello Spirito cessa di ribollire, diventa flusso quotidiano, educazione alla comunione fraterna. Questa spiritualità va conosciuta, compresa, illuminata dalla riflessione esegetica e teologica. Il pericolo di separatismo o di emarginazione è presente, ma non dipende solo dal movimento pentecostale. Questo movimento per la comunità è fonte di entusiasmo e di ricerca continua evangelica.
(G. Dal Ferro)